PARCO DELLO SPORT E DELL’EDUCAZIONE AMBIENTALE AL MEISINO. Richieste in merito all’esercizio della tutela paesaggistica e architettonica da parte degli Enti sovraordinati.

PARCO DELLO SPORT E DELL’EDUCAZIONE AMBIENTALE AL MEISINO.

Richieste in merito all’esercizio della tutela paesaggistica e architettonica da parte degli Enti sovraordinati.

 

La Consulta Ambiente e Verde della Città di Torino, operante dal 2017, di cui fanno parte le associazioni Alta Parella – Pellerina, E.R.A. Ambiente Torino, EBN Italia, Ecopolis, Fiab Torino Bici&Dintorni, Gruppo Micologico Torinese, Il Tuo Parco, ISDE Medici per l’Ambiente Torino, Italia Nostra Torino, Legambiente Metropolitano, Lipu Torino, Parco del Nobile, Pro Natura Torino, Rifiuti Zero Piemonte, Vanchiglietta Culturale, è chiamata a esprimersi sui principali progetti che toccano in modo significativo trasformazioni in aree verdi e a parco, per le loro ricadute ambientali nel contesto urbano.

Di recente è stato presentato dalla Città di Torino un Progetto di Fattibilità tecnica ed economica (“Parco dello Sport e della Educazione ambientale al Meisino”), elaborato dallo Studio De Ferrari, che riguarda nel suo complesso tutto il Parco del Meisino, mirante all’insediamento nel parco di attività sportive e di inclusione sociale, per cui è stato richiesto nei primi mesi del 2022 un finanziamento al Ministero dello Sport, nell’ambito delle risorse stanziate per il PNRR, indicato come “Cluster 1 e 2”, Parco dello Sport e dell’Educazione Ambientale, e ritenuto ammissibile

Il progetto riguarda sia l’area del Parco del Meisino posta ad Ovest di via Agudio (ora corso don Luigi Sturzo), corrispondente in gran parte all’ex-Galoppatoio Militare, sia la parte più a Est, tra il corso Sturzo e Borgata Rosa, sistemata come parco (P1) dalla Città di Torino sulla base di un progetto suddiviso in 2 lotti (1998 e 2000), il cui secondo lotto fu affidato per la progettazione all’architetto paesaggista Andreas Kipar all’inizio degli anni ‘2000, mentre per un terzo lotto (di completamento) non furono all’epoca individuate le risorse.

Su tale progetto la Consulta Verde e Ambiente della Città di Toino ha emesso un parere con una disamina circonstanziata che prende in esame diversi aspetti dello stesso (in allegato).

Le due aree sono state indicate come Cluster 2 e 2 nel progetto presentato al Ministero dello Sport, indicate rispettivamente come “Cluster 1 – Cittadella dello Sport e della Salute”, e “Cluster 2 – Rigenerazione ex-Galoppatoio”. Tutti gli interventi in oggetto ricadono comunque, per quanto ci consta, in zone soggette ad Autorizzazione Paesaggistica e richiedono pertanto particolare cautela.

Cluster 2, “Rigenerazione ex-Galoppatoio”

Detto Progetto di Fattibilità comporta, nel “Cluster 2”, interventi significativi nell’edificio dell’ex-Galoppatoio Militare Ferruccio Dardi di via Federico Nietzsche, dismesso definitivamente dal Demanio Militare il 18 novembre 2015 e ora di proprietà della Città di Torino; esso è stato inserito, con l’area situata tra via F. Nietzsche, Strada del Meisino e quel tratto di sponda destra del Po che si affaccia sull’Area delle Confluenza Po-Stura, in una Zona di Protezione Speciale della Regione Piemonte e nel Sistema delle Aree Protette delle Fasce Fluviali del Po, per la sua alta valenza naturalistica e avifaunistica.

Tutta l’area dell’ex-Galoppatoio (oltre 30.000 mq.) è stata da due anni riaperta al pubblico, pur in assenza di misure di controllo e di piani di gestione, con alcuni vistosi fenomeni di degrado negli edifici dismessi.

Tra gli interventi proposti dalla Città è compresa anche la ristrutturazione dell’edificio dell’ex-Galoppatoio, fulcro del progetto, per adibirlo ad attività di educazione ambientale, avviamento alla pratica sportiva, accoglienza temporanea di visitatori, unitamente ad altri interventi nelle aree limitrofe per adibirle ad attività sportive.

L’edificio dell’ex-Galoppatoio fu utilizzato fino all’inizio degli anni ‘2000 solo come punto d’appoggio in occasione di manifestazioni ippiche della Scuola di Applicazione, e comprendeva, oltre a una costruzione dignitosa ma senza pregio architettonico risalente forse ai primi del Novecento, tettoie, stalle, scuderie e altri servizi per la pratica del maneggio in occasionali concorsi ippici, ed è stato poi definitivamente dismesso da una dozzina d’anni.

Nelle tavole allegate al vigente PRG, l’edificio è appena delineato con un disegno angolare piuttosto vago, non è “baffato” e non fu indicato come edificio degno di tutela, non essendo neppure stato inserito nel catalogo dei “Beni culturali ambientali nel Comune di Torino”, censiti dal Politecnico di Torino nel 1984, che in zona riportava solo la cascina “Il Meisino” nella strada omonima.

L’edificio dell’ex-Galoppatoio, con le sue superfetazioni provvisorie di servizio all’equitazione, aveva preso il luogo della vecchia Cascina Malpensata, indicata ad es. sulla carta I.G.M. del 1881, quando quell’area, corrispondente a una grande ansa del Po, era essenzialmente agricola.

Successivamente subentrarono le “servitù militari” e la carta di Torino, edita da Paravia nel 1911, registra l’esistenza in zona ancora della vecchia Cascina Malpensata, di un Galoppatoio di forma circolare a Nord della Cascina, e di una Caserma del Genio e una Polveriera a Sud.

Le attività militari vennero progressivamente dismesse nell’ultimo dopoguerra (come il Poligono di Tiro) e rimase attivo solo il maneggio; tutta l’area conobbe un processo di rinaturalizzazione spontaneo, a lato di vaste aree prative. Com’è noto, l’edificio fu poi pesantemente alluvionato nella piena del Po del 2000 e, in misura meno grave, in quella del 2016; come tutta l’area, è stato inserito in Fascia B, con le prescrizioni del PAI e del Piano Gestione Rischio Alluvioni (per l’edificio esistente vige la classificazione R4, rischio molto elevato).

Il Progetto di Fattibilità (“Cluster 2, Rigenerazione ex-Galoppatoio”) prevede per gli edifici dell’ex-Galoppatoio il trasferimento delle volumetrie esistenti nell’edificio al piano terra, portando a una sopraelevazione da realizzarsi a un piano sopraelevato, con sale multifunzionali, spogliatoi, uffici, servizi, bar, non essendo consentite tali funzioni al piano terra trattandosi di area esondabile.

Chiediamo gentilmente agli Enti in indirizzo di conoscere:

  1. se l’edificio esistente, e soprattutto il suo nucleo più antico, risalente all’inizio del XIX secolo (trascorsi, quindi, oltre 70 anni), sia meritevole di tutela architettonica e se gli indirizzi del Piano Paesaggistico Regionale possano consentire tale sopraelevazione, in un ambito interamente compreso tra i Beni Ambientali oggetto di Notifica Ministeriale (Sponde del Po) e rientrante (lettera f) nella categoria “Parchi e riserve nazionali e regionali, nonché territori di protezione esterna dei parchi”, scheda A140 del Catalogo dei Beni Paesaggistici, in cui si prescrive tra l’altro che “gli interventi modificativi … non devono pregiudicare l’aspetto visibile dei luoghi, né interferire in termini di volumi, forme, materiali e cromie con i beni stessi”. Di fatto, a nostro giudizio, una sopraelevazione siffatta costituirebbe una modifica sostanziale dell’aspetto visivo;
  2. se le attrezzature sportive, pur “leggere”, previste nei contorni dell’ex-Galoppatoio, come pure le altre sistemazioni (passerelle metalliche) previste nella Zona Umida (oggetto di speciale protezione) non costituiscano anch’esse impatti significativi.

Cluster 1 – Cittadella dello Sport e della Salute

Nel Progetto di Fattibilità si tratta della zona di intervento posta a Est del corso don Luigi Sturzo fino ai confini di Borgata Rosa, che era già stata oggetto del II intervento per la realizzazione del Parco del Meisino, che si protende poi lungo la sponda destra del Po, fino ai confini con San Mauro.

Il “Cluster 1” dovrebbe peraltro essere raggiunto dal “Cluster 2”, tramite una passerella ciclopedonale a scavalco di Corso Sturzo. Gli impianti sportivi ipotizzati in quest’area consistono in attrezzature per il Pump Track, pista da Ciclo Cross, Skills Bike Park, Nordic Ski, Biathlon (mentre il Cricket è previsto in altra parte del Parco). L’area corrisponde alla Scheda A141 del Piano Paesaggistico Regionale ed è oggetto anch’essa di tutela (pur essendo esterna alla Zona di Protezione Speciale), rientrante tra le aree contigue del Sistema delle Aree Protette delle Fasce Fluviali del Po. Essa costituisce inoltre una sorta di “trait-d’union” tra la riserva Naturale del Meisino e dell’Isolone di Bertolla e il Parco Naturale della Collina di Superga, pur con la cesura dell’asse viabile di corso Casale.

Il complesso di questi parchi e di queste riserve naturali è poi stato perimetrato e riconosciuto, nel 2015, meritevole dell’inserimento come ambito significativo del MAB UNESCO, riconoscimento che richiede particolare attenzione riguardo ai progetti di modifica.

Gli interventi previsti sono definiti “leggeri”, per lo più “appoggiati” sul terreno, ma comporteranno comunque notevoli lavori di scavo e modifiche all’aspetto visibile dei luoghi, laddove la scheda A141 del PPR richiede in merito a tale area che “per il valore paesaggistico e panoramico deve essere conservata nella sua integrità l’area libera, agricola e prativa, posta verso il comune di San Mauro Torinese in sponda destra”.

Il Progetto di Fattibilità comporta anche il riutilizzo di una struttura esistente (finora una semplice tettoia, a ricordo della presenza di una cascina), allestita nella porzione di Parco del Meisino già realizzata, utilizzata come mero punto di ricovero al servizio del parco, che verrebbe invece incrementata per adibirla invece ad ospitare servizi e attrezzature sportive, modificandone anche l’attuale modesto aspetto visivo.

Chiediamo pertanto di conoscere quali siano gli orientamenti e le prescrizioni relativamente anche a tale ambito (“Cluster 1”), sia da parte di codesta Soprintendenza sia da parte del Settore della Pianificazione Territoriale Regionale per quanto concerne gli aspetti paesaggistici e morfologici, e ci permettiamo di invitare a una particolare cautela relativamente ai progetti di trasformazione, fornendo indirizzi che guidino la progettazione definitiva da parte della Città, che dovrebbe essere approntata entro il mese di marzo del 2023.

Ringraziando per l’attenzione, e restando in attesa di un cortese cenno di riscontro, vi chiediamo di poter avere un incontro con i vostri referenti per chiarire alcune delle tematiche affrontate in questa nota.

Torino, 22 dicembre 2022

Consulta Ambiente Verde Città di Torino

Il Presidente

Piergiorgio Tenani

335230482

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