Osservazioni su testo disegno di legge di modifica Legge Regionale 19/2019

Alla cortese attenzione:

Sindaca Torino Dott.ssa Chiara Appendino
Vicesindaco Dott. Guido Montanari
Assessore Ambiente Dott. Alberto Unia
Presidente Consiglio Comunale Dott. Francesco Sicari
Presidente VI Commissione Dott. Federico Mensio
Comune di Torino
p.c.
Assessore Ambiente Dott. Alberto Valmaggia
Presidente V Commissione Dott.ssa Silvana Accossato
Responsabile settore biodiversità e aree naturali Dott. Vincenzo Maria Molinari
Direttore Ambiente, Governo e tutela del territorio Dott. Roberto Ronco

Regione Piemonte
Commissario Dott. Roberto Saini
Presidente Comunità Dott. Giuseppe Bava
Direttore Dott. Ippolito Ostellino
Parco Po / Collina Torinese

Torino, 26 febbraio 2019
Oggetto: OSSERVAZIONI SUL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE DI MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE N.19/2009.

La Consulta Ambiente e Verde del Consiglio Comunale di Torino, in merito al testo del disegno di legge regionale
licenziato dalla V Commissione in data 7 febbraio 2019, relativo a “Modifiche normative e cartografiche alla LR “19/09” è giunta a considerazioni condivise che qui di seguito intendiamo sottoporVi.
Rileviamo che la parte del disegno di legge in oggetto, riguardante il Parco del Po e Collina torinese al momento in esame in Consiglio Regionale per la definitiva conversione in legge, ha subito una nuova modifica con la quale il suddetto Parco è stato accorpato con il Parco del Po vercellese-alessandrino e gestita da un unico Ente.
La prevista creazione di un “Ente Unico del Po”, arricchito dalla presenza di ambiti ed ecosistemi collinari, potrebbe
rappresentare in teoria una scelta razionale e condivisibile poiché consentirebbe di dare vita ad un soggetto di grande
valore naturalistico, utile alla salvaguardia della biodiversità, altresì capace di svolgere un ruolo strategico ed in grado di competere anche a livello europeo per la valorizzazione naturalistica, economica e turistica dei territori ma deve assolutamente mantenere il rispetto delle esigenze di una corretta gestione dei territori che devono mantenere
caratteristiche di omogeneità sia sul piano gestionale sia su quello della rappresentatività; considerato anche che dopo l’approvazione delle legge delle Aree protette attualmente vigente i Consigli sono in realtà delle Giunte, dato l’esiguo numero dei componenti, ci chiediamo quale sarà la reale rappresentatività del territorio nella gestione di questo importante Parco.
Inoltre, per rimanere nella logica che ha originato l’attuale proposta, non è comprensibile il motivo per il quale non sia stato inserito anche il tratto di pianura del Po cuneese, cosa che rappresenta un elemento di debolezza nel quadro della costruzione unitaria di un Ente Parco del Po.
Nello stesso tempo ci chiediamo come verrà garantita l’unitarietà territoriale rispetto all’area collinare che è stata anche frazionata con l’esclusione del bosco del Vaj, ed anche come verrà garantito il vasto patrimonio naturale, culturale e paesaggistico delle “colline del Po”, dove si è ormai consolidata una rete di percorsi e sentieri che sono stati fatti propri anche dall’attuale Ente di Gestione, grazie anche al Coordinamento Sentieri della Collina Torinese (34 comuni, da Moncalieri a Castagneto); percorsi che sono la naturale connessione tra il tratto del Po Torinese e i boschi collinari (sistema verde-azzurro), che non avranno più un Ente di riferimento territorialmente credibile.
Inoltre l’assegnazione al parco Collina Po del marchio MAB-UNESCO (2015) impegna l’Ente a promuovere azioni di tutela del territorio che vanno verificate nell’arco di 10 anni; chi se ne occuperà dopo questi accorpamenti e la sparizione dell’Ente che (con la città di Torino) aveva promosso la candidatura?
A questo ci permettiamo aggiungere altri elementi di preoccupazione relativi alla complessità, all’estensione anche
geografica ed al numero di enti e soggetti coinvolti:
· l’indispensabile “centratura territoriale” del futuro ente, che deve nascere non dalla soppressione od inglobamento di uno rispetto all’altro ma tramite un nuovo soggetto a seguito della soppressione degli enti attualmente presenti;
· una corretta valutazione in termini di dignità territoriale e parità di modalità gestionale; questo può avvenire solo da una puntuale definizione degli allegati applicativi che deve avvenire contestualmente al nuovo testo di legge.
Tutto questo richiede un iter complesso ed articolato che dovrà passare necessariamente attraverso scelte di tipo
amministrativo ed organizzativo, sicuramente da attuarsi attraverso una serie di contatti ed incontri tra gli attuali Enti di Gestione da una parte e tra i Rappresentanti delle Comunità interessate dall’altra.
Riteniamo che questo processo non sia stato adeguatamente svolto nell’arco temporale che ha condotto a licenziare
l’attuale testo del disegno di legge e che questa componente della proposta normativa non sia pronta per essere
validamente attuata, il tutto alla luce delle necessarie garanzie di rappresentatività da riconoscersi ai vari territori.
Ci appelliamo pertanto perché gli Enti ed i Consiglieri preposti valutino con molta attenzione questa situazione che ha una rilevanza notevole per i nostri territori, per il futuro dell’intera asta fluviale ed in particolare per l’area di pertinenza torinese e vogliano approfondire nella discussione tutte le implicazioni, anche di difficoltà, che il progetto comporta, non ultimo, un corretto coinvolgimento delle comunità dei territori nelle sue varie espressioni istituzionale e social.
Chiediamo quindi al Comune di Torino, con particolare riferimento all’Assessore all’Ambiente, che riporti le osservazioni della Consulta Ambiente Verde nelle specifiche sedi regionali ed ai Sindaci dei comuni ricadenti nell’attuale Parco del Po e della Collina torinese affinché costituiscano la base di ulteriori valutazioni e riflessioni.
Cordialmente
CONSULTA COMUNALE PER
L’AMBIENTE E IL VERDE
CITTA’ DI TORINO
Il Presidente
Dott. Emilio Soave