Parere su “Delibera indirizzo recupero e fruizione Parco Michelotti”

RICHIESTA DI PARERE IN MERITO A PROPOSTA DI DELIBERA N. 2001900029/04

Delibera di indirizzo per il recupero e la fruizione del Parco Michelotti

La Consulta Ambiente e Verde accoglie positivamente la proposta di Deliberazione della Giunta Comunale che assume le Linee di Indirizzo uscite dal Tavolo di Progettazione Civica attivato dall’Assessorato per l’Ambiente nel gennaio 2018, che ha completato il suo percorso partecipato nell’ottobre 2018.

Esprimiamo pertanto parere favorevole alla Proposta di Delibera per il suo dichiarato intento di tutelare il Parco Michelotti come area “ad elevata naturalità”, dove significative valenze naturalistiche, malgrado la contiguità con un ambito fortemente urbanizzato come quello del quartiere di Borgo Po e dell’asse viabile di corso Casale, si sono conservate (anche grazie al canale Michelotti attivo fino agli anni ’30 del Novecento) o in parte ricostituite dopo la chiusura del vecchio Zoo nel 1987.

Parliamo di un parco urbano che, pur prossimo al centro storico, ha mantenuto anche una naturale connessione con la sponda fluviale, lungo un percorso alberato ottocentesco che si protende fino a Borgata Sassi.

Valutiamo positivamente che il Parco venga riproposto come “spazio di incontro”, “senza limitazioni all’uso pubblico e senza alcuna privatizzazione dell’area verde”, e condividiamo la scelta di un “progressivo abbattimento di tutti i fabbricati, fatta esclusione per il Rettilario per il quale viene identificata una destinazione esclusivamente culturale o didattico-divulgativa, sempre nel rispetto dell’idea di parco sopra definita”.

Condividiamo che di conseguenza siano stati ritenuti incompatibili progetti come quello di Zoom Torino e Zoom in Progress del 2015, orientate verso una concessione di lunga durata di tutta l’area come “Parco Tematico” che avrebbe di fatto proposto una sostanziale privatizzazione di tutto il parco, per di più con una riproposizione “aggiornata e attualizzata” del modello Zoo e con la presenza di animali in cattività.

Per questi motivi ci stupisce tuttavia che si affaccino ancora oggi, una volta terminato nell’ottobre 2018 il processo partecipativo, progetti che, ipotizzando il recupero del complesso Acquario-Rettilario ripropongano una sorta di modello Zoom, richiedendo concessioni di lungo periodo miranti a trasformare il Michelotti in un “parco tematico” con forti limitazioni all’uso pubblico.

Ribadendo il nostro parere favorevole alla Proposta di Deliberazione, ci pare utile fornire alcuni contributi specifici alle fasi successive del recupero del Parco Michelotti all’uso pubblico, che qui proponiamo per le prossime fasi attuative in capo all’Amministrazione Comunale, mano a mano che verranno individuate e messe a bilancio le necessarie risorse.

Messe in sicurezza le alberate, e riaperto il Parco Gio, dopo l’approvazione di questa delibera di indirizzo, riteniamo importante che venga dato corso quanto prima ad un cronoprogramma che preveda le fasi di riapertura di tutto il parco, unitamente ad un piano ragionato di abbattimenti degli edifici del vecchio Zoo (salvo spazi per ricovero attrezzi del Verde Pubblico o destinati a servizi igienici) e di tutte le costruzioni precarie realizzate anche dopo la chiusura dal vecchio Zoo a seguito di tanti altri utilizzi temporanei per lo più incongrui consolidatisi negli anni successivi (Mostra Experimenta).

In particolare riteniamo che debba essere data la priorità assoluta alla demolizione di tutti quegli edifici incombenti sul percorso di sponda (come la Casa dell’Ippopotamo) che costituiscono un vero “oltraggio” alla fascia di rispetto fluviale e alle visuali verso il fiume, impedendone la percezione stessa; edifici privi di qualsiasi regolarità edilizia e urbanistica che hanno favorito in questi anni usi impropri, anche in termini di sicurezza del parco.

Tali edifici oltre ad aver deturpato la sponda in termini paesaggistici, costituiscono un impedimento alle connessioni naturalistiche del parco verso un significativo tratto del “Po urbano”, divenuto col tempo area di osservazione dell’ambiente fluviale in un ambito che si protende fino all’area della Confluenza e al parco del Meisino, mentre la sponda lato Murazzi ha perso ogni carattere di naturalità.

Il tratto di sponda destra corrispondente al Parco Michelotti, non “pietrificato”, e il parco stesso, possono costituire anche una significativa area di rifugio e riproduzione dell’avifauna.

Sarebbe auspicabile anche la creazione di piccoli “punti di osservazione” aperti versi verso il fiume.

Condividendo anche la necessità di risolvere “problemi di sicurezza” (comuni peraltro a tanti altri parchi), riteniamo che opportuni presidi possano essere la Biblioteca Geisser (con una auspicabile espansione delle sue attività “che si aprano” al parco), dal complesso Acquario-Rettilario recuperato in coerenza con “l’idea di parco” delineatasi nel percorso partecipato, e la stessa presenza a Nord della Bocciofila SIS, anch’essa interessata ad aprirsi verso il parco nel processo di riqualificazione, connettendosi con la vasta area dell’ex-Ippopotamo.

Quest’ultima area, la più semplice da gestire in termini manutentivi, e in parte già a suo tempo attrezzata, dovrebbe a nostro parere essere in via prioritaria riaperta all’uso pubblico, come già era stato effettuato con gli interventi attuati dalla Città nel 1995, presentati all’epoca come primo lotto del più ampio progetto “Torino Città d’Acque” approvato alla fine del 1993, ma vanificati poi negli anni successivi tra le troppe incertezze politiche.

Per altre parti del parco, con boschetti e “isole” di vegetazione minore, vanno prese in considerazione forme di manutenzione differenziata che mantengano alcune porzioni del parco in condizioni di maggior naturalità.

Per quanto riguarda il complesso Acquario-Rettilario ci pare opportuno che la Città favorisca la presentazione di manifestazioni di interesse, sulla base delle coordinate stesse della Proposta di Delibera, escludendo usi di carattere commerciale.

Occorre sempre rifarsi alla Delibera del C.C. del 26 settembre 2005 (Variazione al PRG ai sensi dell’art. 17 comma 8 lettera G della L.U.R. 56/77 e s.m.i.), che portava la destinazione urbanistica da area “S. lettera v” a “S. lettera a”, consentendo il recupero dell’edificio per attività di interesse comune al fine di insediarvi “attività di carattere culturale aggregativo, scientifiche-naturalistiche rivolte alla fruizione pubblica, e garantirne inoltre la coerenza con le prescrizioni di tutela paesaggistico-ambientale del Piano d’Area del Parco del Po Torinese e col Progetto Torino Città d’Acque”, come indicato nella relazione illustrativa alla delibera.

Come è noto si trattava all’epoca di consentire la realizzazione della proposta del Teatro MAS Juvarra, poi tramontata dopo aver demolito la parte collocata a Nord, peraltro priva di qualsiasi interesse architettonico.

Oggi, nell’avviare la ricerca di manifestazioni di interesse da parte dell’Amministrazione Comunale, sarebbe opportuno che la Città valutasse l’opportunità o meno di sfruttare appieno le potenziali capacità edificatorie, senza imporre a soggetti interessati di ricostruire la parte già abbattuta, che potrebbe magari essere prevista più opportunamente per realizzarvi una sorta di “arena” all’aperto, da utilizzare per piccoli spettacoli teatrali o come aula didattica.

La riduzione di volumetrie (quasi un dimezzamento della SLP identificata nella Variante Urbanistica del 2005, allora prossima a circa 2.000 mq. di SLP oltre al piano seminterrato), pur conservando la parte di interesse architettonico, renderebbe meno oneroso anche il recupero di questo complesso da parte di soggetti eventualmente interessati, con costi certo rilevanti, qualora se ne ipotizzasse la ricostruzione integrale, comprese le superfetazioni estranee al progetto originario dell’arch. Venturelli nel frattempo abbattute.

La destinazione urbanistica peraltro escludeva all’epoca della Variante un utilizzo dell’edificio a fini commerciali, ma privilegiava le attività culturali e aggregative. Oggi esso potrebbe costituire un significativo polo di aggregazione culturale e ambientale, una sorta di “casa del parco” che potrebbe vedere il coinvolgimento di alcuni Dipartimenti universitari, e coinvolgere cooperative e associazioni di tutela ambientale nella fruizione del parco (visite guidate, osservazione naturalistica, didattica ambientale), anche col coinvolgimento di Estate Ragazzi, e delle scuole di Borgo Po etc.).

Tutti questi temi potranno essere approfonditi dopo l’approvazione della Delibera d’Indirizzo attualmente proposta.

CONSULTA COMUNALE PER L’AMBIENTE E IL VERDE

Il Presidente

Dott. Emilio Soave

Torino, 12 marzo 2019

 

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