Considerazioni Progetto sportivo Meisino 23.06.2022

Alla c.a.
Assessore Parchi, Verde Pubblico Ing. Francesco Tresso
Assessore Sport Dott. Domenico Carretta
Assessora all’Ambiente, Mobilità Dott.ssa Chiara Foglietta
Città di Torino
p.c.
Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana Torino
Sovrintendenza Belle Arti
Presidente Dott. Roberto Saini
Direttore Dott. Daniele Piazza
Parco Po Piemontese
Presidente Dott. Luca Deri
Circoscrizione 7
Dipartimento Grandi Opere Infrastrutture e Mobilità
Divisione Verde e Parchi Dott.ssa Claudia Bertolotto
Unità Opere Dott. Ezio Demagistris
Città di Torino

Meisino – ipotesi progettuale in ambito sportivo – Considerazioni della Consulta
Ambiente Verde Città di Torino

Torino, 8 luglio 22
La questione in oggetto è di fondamentale importanza per il sistema parchi cittadino è più in generale per la qualità ambientale in città.
Venuti a conoscenza della manifestazione di interesse per il progetto “parco sport ed educazione ambientale” presentato dall’Assessorato allo Sport della Città di al Ministero competente per l’acquisizione di un cospicuo finanziamento (circa 11,5 Ml€), considerando che le associazioni facenti parte della Consulta seguono da anni le vicende legate al Meisino e sono protagoniste da sempre di una particolare attenzione per l’area in oggetto, riteniamo dover formulare anche formalmente alcune considerazioni di merito già espresse nella riunione avuta con l’Assessorato in questione.
Ricordiamo come l’area del Meisino sia particolarmente importante e delicata dal punto di vista naturalistico il cui valore è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale:
–  la rilevanza degli aspetti di salvaguardia e conservazione, riferiti in particolare alla presenza di uccelli,
soprattutto anatidi svernanti, con particolare riferimento alla zona del Meisino, confluenza del Po con la Dora Riparia e il tratto a valle della Diga del Pascolo, oltre al tratto terminale dello Stura di Lanzo, prima della sua confluenza nel Po, area designata come Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli 2009/147/CE(ex-79/409/CEE), con la denominazione di “Meisino” (IT1110070-Confluenza Po-Stura di Lanzo), oltre che Riserva Naturale a gestione regionale, facente parte del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.
–  Trattandosi di una Zona di Protezione Speciale bisogna sottolineare che qualsiasi progetto in quest’area deve essere obbligatoriamente e preventivamente sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) e (soprattutto per quanto riguarda l’edificato) ad autorizzazione paesaggistica e Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che deve essere effettuata durante l’elaborazione dei piani o dei programmi che possono avere effetti sull’ambiente e, di conseguenza, prima dell’approvazione degli stessi.
È quindi fondamentale la necessità del rispetto dell’area sulla base dei vincoli in essere, che sono necessari alla sua salvaguardia, conservazione e ripristino dove necessario, ad esempio per quanto concerne le aree umide che hanno reso possibili presenze di animali anfibi e varie specie di uccelli di importanza comunitaria.
Perciò riteniamo che l’idea progettuale – “centro dello sport e ambiente” – di riqualificare l’area dell’ex galoppatoio militare e migliorare la fruibilità del Meisino, debba venire sviluppata tenendo in debito conto le peculiarità dell’area come già più volte sottolineato in tutti questi anni.
Il percorso di progettazione deve prevedere un’ampia consultazione con il coinvolgimento di tutti gli Enti preposti e delle Organizzazioni dei cittadini.
Riteniamo indispensabile l’istituzione di un “tavolo” per definire un modello e far convivere più realtà, varie esigenze ed attenzioni, ma avendo l’obiettivo di evitare la privatizzazione di spazi che devono rimanere nella disponibilità di tutti, pur nella ricerca di un equilibrio economico che ne garantisca la sostenibilità.
Chiediamo inoltre che la Conferenza dei Servizi prevista per il futuro, per la definizione ultima del progetto, veda anche in questo caso, il coinvolgimento della Consulta Ambiente Verde della Città di Torino.
Avanziamo quindi una richiesta di coinvolgimento della Consulta nello sviluppo del processo assicurando un contributo propositivo e costruttivo nella fase di progettazione.
Occorre sottolineare infine, vista la localizzazione del progetto, che l’Assessorato al Verde e ai Parchi debba essere uno dei principali interlocutori, per competenza “istituzionale, in modo che possa esercitare in termini progettuali e di verifica/controllo tutte le prerogative di competenza per la salvaguardia dell’area, grazie alla esperienza e conoscenza che gli Uffici hanno maturato in questi anni.
In maniera del tutto ovvia ci corre l’obbligo di ricordare come, nel percorso progettuale, lo sviluppo dell’azione non possa non prevedere la sinergia con l’Ente del Parco Po Piemontese.
Di seguito, in allegato, alcune altre considerazioni di merito, riguardo al futuro sviluppo del progetto che poniamo alla vostra gentile attenzione.
In attesa di un cortese cenno di risposta attendiamo con fiducia il coinvolgimento della Consulta Ambiente e Verde della Città di Torino

Ci è gradito porgere i nostri più cordiali saluti
Consulta Ambiente Verde Città di Torino
Il Presidente
Piergiorgio Tenani

Considerazioni in allegato
Percorso progettuale futuro
Il motivo della presente è l’importanza e la necessità, per la Consulta, di essere inserita nel percorso che determinerà, in caso di futuro finanziamento ministeriale, la definizione del progetto finale e l’indispensabilità che venga definito un progetto coerente con la vocazione dell’area.
Il futuro progetto
Ricordiamo come la presenza umana possa esercitare una influenza negativa, essendo l’area zona di nidificazione ormai costante nelle stagioni, grazie al percorso naturale che l’isolamento del galoppatoio militare ha garantito per la fascia spondale che, quindi, non deve essere coinvolta da interventi e fruizioni non consone, mentre la zona fluviale della confluenza Po Stura-Dora, grazie alle norme vigenti sul blocco della navigazione, ha creato un ambiente consono alla presenza e nidificazione dell’avifauna (vedi documento sulla RNS del Meisino-Isolone di Bertolla –
https://www.academia.edu/37484403/LAVIFAUNA_DELLA_RISERVA_NATURALE_DEL_MEISINO_E_DELLISOLONE_BERTOLLA – 2018)
L’”abbandono”, in una visione ambientale significa una maggiore biodiversità, occorre, quindi, nelle scelte di fondo, fornire la direzione verso cui proseguire la progettazione dell’intervento.
Le linee guida per lo sviluppo del progetto di riqualificazione e fruizione dell’area vanno definite compiutamente e con attenzione e si devono riferire ad una visione globale della vita del fiume inserita nel contesto cittadino, sia per la definizione degli interventi sia per la fase cantieristica e gestione finale.
Occorre valorizzare e fare interagire peculiarità dell’area ed esigenze diverse ed impostare un modello partecipativo per costruire una nuova cultura di attenzione all’ambiente.
La correlazione con le ipotesi pregresse
Occorrerà correlare le varie ipotesi formulate nel passato e/o recentemente, sull’area – vedi ad esempio la datata ma sempre valida proposta de “lo scrigno verde” della Circoscrizione 7, e così pure il piano azione del progetto interreg CWC, che prevede interventi di salvaguardia e ripristino delle zone umide all’interno dell’ex galoppatoio, approvato di recente dall’attuale a Giunta, assicurando la connessione tra i vari progetti previsti sull’area con particolare attenzione agli aspetti naturalistici e didattici.
Il modello di futura gestione dell’area va pensato contestualmente al progetto, così come occorre individuare risorse costanti x la manutenzione nel tempo.
Va scongiurato, come già sottolineato, il rischio privatizzazione, più o meno mascherata, dell’area pur garantendo la sostenibilità economica dell’operazione che il Pubblico deve impegnarsi ad assicurare individuandone le modalità.
La fruizione dell’area
Va definita compiutamente la delimitazione delle aree interessate nelle loro varie funzioni.
L’area va preservata con equilibrio tra esigenze ambientali ed esigenze dei cittadini.
Chiediamo che si tenga in debito conto la formulazione sulla fruizione prevista in tre zone distinte:
1) zona aperta a tutti: fruizione libera – zona senza valenze naturalistiche di rilievo – utilizzo senza vincoli
particolari;
2) zona di salvaguardia: aperta a tutti ma con fruizione “controllata” nelle modalità, nei tempi, nei periodi – adiacente alla zona con particolari valenze naturalistiche di nidificazione e zona umida;
3) zona vincolata: accesso controllato, regolamentato e limitato solo con accompagnamento, per motivi di studio e manutenzione – zona dove insistono le emergenze naturalistiche e avifaunistiche (per esempio: non utilizzo della fascia spondale e dell’area umida)
Le strutture presenti e/o ipotizzate
La problematica relativa alle aree edificate, – interne all’ex galoppatoio – nella zona industriale prospiciente la diga del pascolo – strutture attualmente non presenti va valutata con molta attenzione e precauzione.
Il recupero di edifici interni all’ex galoppatoio in ottica educazione ambientale e mobilità dolce, con percorsi didattici fruibili alle scuole e gestito da organizzazioni del Terzo Settore può essere considerato positiva.
Va comunque tenuto in debito conto sia il problema della esondabilità dell’area, che impone vincoli precisi negli interventi e negli utilizzi degli spazi, sia la presenza, in quantità importanti, di coperture di amianto che ovviamente devono essere correttamente smaltite.
Ci preoccupa però il richiamo al recupero di edifici e zone di parco, che non hanno particolari valenze storico architettoniche ma paesaggistiche si, come dichiarato formalmente dalla Sovrintendenza, ma che può aprire la strada a speculazioni edilizie ed aumento di volumetrie nelle aree di pregio naturalistico; in particolare vorremmo capire meglio l’affermazione relativa al “riutilizzo delle palazzine con un recupero delle volumetrie verso l’alto”.
Sicuramente sarebbe ora di affrontare le problematiche relative alla presenza in zona di attività industriali per nulla coerenti con la vocazione naturalistica dell’area: si pone quindi il problema della ricollocazione delle aziende, argomento oggetto di una specifica prossima comunicazione da parte della Consulta.
Altra annosa questione, che viene riproposta in questo ambito, è il collegamento dell’area Colletta con un ponte ciclopedonale all’altezza del Meisino per la creazione di un sistema di parco urbano integrato.
Riteniamo che una valida alternativa sarebbe rendere maggiormente fruibile, anche in termini di sicurezza, il percorso che tramite il ponte diga già ora può costituire un collegamento ciclo-pedonale verso l’area di piazza Sofia e quindi la Colletta stessa.
In ultima analisi occorre non costruire e ristrutturare senza la certezza di una gestione e manutenzione futura che vengono poi abbandonate; gli spazi x varie attività per i cittadini
Sicurezza e presidio costante
La sicurezza, l’eliminazione di atti vandalici e comportamenti non impropri è un’altra delle questioni da affrontare
La presenza di attività adeguate e costanti sono di per sé una protezione dal vandalismo, occorre però un presidio costante sia come presenza sia come attività.
A questo proposito invitiamo a valutare/sperimentare un monitoring anche tecnologico dell’area
Negli ultimi mesi in particolare si sono verificate situazioni che hanno richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine in diverse occasioni, sia per atti vandalici sia per raduni non autorizzati (rave party) che sono causa di inquinamento di vario tipo.
Va tenuto in conto che esistono problemi con gli utenti/cittadini che andrebbero affrontati in termini educativi per aiutare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini stessi sul valore dell’area e sul ruolo che loro possono svolgere.
Ad oggi, ricordiamo, che la recinzione è stata vandalizzata in più punti permettendo l’accesso all’interno delle zone spondali che più dovrebbero essere protette.
Richiediamo, nell’immediato, interventi di palinatura, per delimitare e far conoscere le zone di pregio.
Attività da sviluppare
Un sito di avviamento allo sport – senza pressione agonistica, con attività sportive rispettose della natura circostante, per uno sport socialmente inclusivo – può essere coerente con la vocazione dell’area, considerata nelle sue varie peculiarità salvaguardando le aree ad alta protezione.
Pista per bici, collegamento con VEN-TO, pista di ciclocross/bike, parco del criket, …., con interventi ed impianti a basso impatto, possono essere considerati per le attività nell’area.
Ricordiamo che “i ciclisti” non hanno bisogno di strutture complicate, occorre una buona manutenzione, ma senza grandi strutturazioni.
Se il progetto diventerà operativo, il collegare la destinazione “ciclistica” dell’ex-galoppatoio con i sentieri di MTB della collina sarà un punto delicato; la fruizione MTB dei sentieri collinari, con degrado degli stessi e diffusione un po’ ovunque delle tracce, la sicurezza nella contemporaneità di utilizzo biker/walker: questo sono punti che andranno attenzionati.
Didattica
La vocazione educativa e didattica dell’area dovrà avere uno spazio importante nel futuro dell’area, definendo un minimo di strutturazione, a bassissimo livello di impatto, per sviluppare quanto più possibile percorsi ambientali e di cittadinanza attiva per i ragazzi delle scuole e per adulti.
La costruzione di cultura, grazie a situazioni ambientali “da vivere”, costituisce un corredo indispensabile nella moderna metodologia educativa del “service learning e del “learning by doing”, indispensabili per determinare corretti stili di vita sia nei ragazzi ma anche negli adulti.
La realizzazione di “aule all’aperto”, e di un Centro di Educazione Ambientale permanente, dovrà essere uno degli obiettivi.
Costruire sua questo un rapporto importante con il mondo accademico per sviluppare interventi di ricerca ambientale/naturalistica, collegati/collegabili a comportamenti corretti ed innovazione tecnologica.
TEMPISTICHE – CRITERI
Ad oggi non appaiono chiare le tempistiche di risposta del Ministero né i criteri in base ai quali verranno operate le scelte.
Le uniche date fissate da bando prevedono però l’affidamento lavori entro marzo 2023 e il completamento delle opere entro il dicembre 2025.
Visti i tempi strettissimi, in caso di aggiudicazione del finanziamento, a nostro parere sarebbe comunque opportuno iniziare a fare le prime valutazioni e pensare almeno ad un progetto preliminare in modo da essere pronti a rispettare le suddette tempistiche.
In ogni caso, anche se per questo non si dovesse giungere all’aggiudicazione non sarebbe tempo perduto perché il tutto potrebbe essere utilizzato per una successiva gara.
Quindi invitiamo l’Amministrazione ad aprire la fase di concertazione
Conclusioni
Auspichiamo che la Consulta Ambiente e Verde della Città di Torino, nella sua modalità di azione riflessiva e costruttiva, grazie alla esperienza e competenze maturata negli anni, venga considerata un valore aggiunto per la Città e per questo chiediamo nuovamente un coinvolgimento costante anche nelle fasi di progettazione di interventi che la riguardano per competenza

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Meisino_Progetto sportivo_Considerazioni_23giu22_Def