CITTA’ DELLO SPORT AL PARCO DEL MEISINO
Lettera aperta agli Assessori Carretta e Tresso e ai Consiglieri Comunali
Torino, 25 gennaio 2024
Dopo un percorso iniziato nell’estate del 2022, sembra che il progetto della realizzazione di una Città dello Sport e dell’Educazione Ambientale al Parco del Meisino si stia avviando alla sua attuazione.
Chiusa la 2a Conferenza dei Servizi il 19 gennaio, si è in attesa del Progetto Esecutivo che dovrà essere approvato dalla Giunta, purtroppo senza passaggi in Consiglio Comunale (giacché i progetti avviati con le risorse del PNRR non richiedono questo iter), e con presentazioni a titolo “illustrativo” nelle Commissioni Consiliari competenti.
La Consulta per l’Ambiente e il Verde della Città di Torino ha già ripetutamente espresso fin dal 2022 le proprie valutazioni in merito a questo progetto di “Città dello Sport”, evidenziandone le criticità relative alla sua collocazione in un’area protetta di interesse regionale/europeo, comprendente una Zona di Protezione Speciale ricadente nella Rete Natura 2000, oggetto di diverse direttive europee, l’unica esistente in Torino.
Rimandiamo ai diversi documenti da noi presentati, l’ultimo dei quali in data 25 novembre 2023, illustrato nella VI Commissione Consiliare dello scorso 11 dicembre 2023, e disponibile in allegato, richiama le prescrizioni alle quali attenersi nella sua realizzazione e gestione.
La Consulta, per definizione organo “consultivo” del Consiglio Comunale, non è mai stata chiamata a esprimersi con parere formale sui progetti avviati con le risorse del PNRR, come del resto indicato dalle norme PNRR; ma ha potuto comunque esprimere contributi critici, collaborativi e costruttivi in merito alle ricadute ambientali di un progetto che rischia di “snaturare” una vasta porzione di territorio protetto.
Questo progetto, non va dimenticato, ha suscitato molte critiche da parte di cittadini attivi, preoccupati per la tutela di un grande parco urbano: il primo realizzato dalla Città dopo l’approvazione del nuovo Piano Regolatore del 1995; critiche che si sono tradotte anche in una petizione, che ha ormai superato le 8.000 adesioni.
Va sottolineato che per un progetto di questa importanza e portata, come più volte sollecitato, andava avviato fin dall’inizio un processo partecipativo importante, sulla base del quale sia le risultanze finali sia la coesione sociale in città avrebbero certamente tratto giovamento.
Giunti alla fase conclusiva, esaurita la seconda Conferenza dei Servizi il 19 gennaio 2024 e valutati i pareri dei vari Enti, sui quali sarà cura della Consulta fare ulteriori approfondimenti, siamo ora in attesa di un Progetto Definitivo/Esecutivo, a cui dovrebbe seguire a breve termine l’avvio dei lavori.
Rileviamo che, se da una parte alla Consulta è stato permesso di valutare ed esprimersi in corso d’opera sulle bozze dei documenti al vaglio degli Uffici e degli Assessorati (Piano di Gestione delle Attività, Regolamento, e molto fugacemente il Progetto Definitivo), e pur avendo ricevuto assicurazioni verbali da parte degli Assessori della considerazione con la quale sono/saranno tenute in debito conto le valutazioni della Consulta, a tutt’oggi nulla ci è dato conoscere degli sviluppi concreti di queste disposizioni con le ovvie ricadute che avranno sull’area e sul tipo di utilizzo.
In quest’ultima fase, per coerenza e responsabilità, mantenendo le nostre valutazioni su tutto il percorso progettuale, ci sentiamo in dovere di avanzare alcune proposte, volte sia ad eliminare dal progetto alcune delle parti che riteniamo abbiano un’incidenza assolutamente negativa per la salvaguardia della vocazione naturalistica dell’intero Meisino, sia a fornire miglioramenti al progetto stesso.
Chiediamo che possano ancora essere recepite dal Progetto Esecutivo o da Varianti in corso d’opera, guardando anche al “dopo”, affinché le risorse destinate vengano spese in modo utile e ponendo estrema attenzione alla futura gestione del Parco del Meisino, soprattutto per il Cluster 1 (area dell’ex-Galoppatoio Militare) coincidente con la Zona di Protezione Speciale) come pure per il Cluster 2 (a Est di via don Sturzo) dove dovrebbero essere collocate le principali attrezzature sportive.
Di seguito le proposte sopra richiamate.
Cluster 1
Chiediamo che si presti la massima attenzione alla Zona Umida, da proteggere in modo adeguato con una cortina vegetazionale, con accessi rigorosamente limitati e controllati, come richiesto anche dall’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese espressosi in merito alla VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale) di sua competenza.
Per quanto riguarda la Cascina Malpensata, che dovrà divenire Centro di Educazione Ambientale, riteniamo che anch’essa possa ospitare simultaneamente un numero limitato di visitatori e utenti, senza attività incongrue, escludendo attività commerciali e/o di ristorazione, prestando la massima attenzione anche agli impatti paesaggistici degli interventi di ristrutturazione/sopraelevazione.
Un numero limitato di accessi è comunque previsto per tutta la ZPS.
Per questi motivi, ci pare vieppiù fuori contesto la realizzazione di una Palestra di Arrampicata, che può trovare spazio in altri settori del parco, dando la priorità semmai a supporti e strumenti didattici illustrativi delle valenze naturalistiche dell’area (in particolare all’avifauna).
Cluster 2 – il parco a Est di via don Sturzo
Ribadiamo la nostra contrarietà alle ipotesi di localizzazione degli impianti più invasivi (Pump Track e Skill Bike), da ricollocarsi semmai nelle aree sportive già esistenti ed inutilizzate, oggi in stato di abbandono, (identificate nella scheda normativa del Piano d’Area dell’Ente Parco), evitando consumo di suolo libero e di aree prative e boscate e soprattutto il rischio di utilizzi incoerenti e potenzialmente molto dannosi, naturalisticamente parlando.
Siamo stati informati della richiesta di spostamento in altre aree dei suddetti impianti posta dalla Città al Ministero di riferimento e della conseguente risposta negativa; rimane l’impressione che non sia stata usata tutta la forza politica che la Città poteva mettere in campo e forse anche la modalità di richiesta poteva essere più precisa in quanto
continuiamo a non capire come uno spostamento, interno all’area parco di poche centinaia di metri in linea d’aria, possa determinare un così grave scompenso nel progetto da produrre una risposta formale negativa.
Suggeriamo dunque una nuova interlocuzione con il Ministero, gestita con maggiore convincimento e puntualizzazione.
In alternativa riteniamo che la Città dovrebbe semplicemente rinunciare alla loro realizzazione.
Chiediamo comunque di valutare l’incidenza di tali attività sulle aree della contigua ZPS (ex-Galoppatoio), giacché le rotte dei migratori certo non sono “confinabili” al solo Cluster 1, ma anche alle aree contigue (Buffer Zone), tutte inserite inoltre nella scheda della Riserva MAB-UNESCO.
Denominazione del Parco e ipotesi di gestione futura
Confermiamo che la denominazione complessiva del Parco debba essere quella, ormai consolidata, di Parco del Meisino, che si protende fino al confine con San Mauro (rio di Costa Parigi), pur contemplando anche l’insediamento di attività sportive e di educazione ambientale in zone predeterminate (Cluster 2), senza comprometterne l’unitarietà pur nella pluralità di funzioni.
Piano di Gestione e Regolamento di utilizzo del Parco
Proponiamo di evitare inutili confusioni nelle terminologie e nelle Norme. L’Ente Parco è in procinto di corredarsi di Piani di Gestione Naturalistica per tutte le aree protette incluse nella Rete Natura 2000 sulla base delle Direttive Europee, che verrà approvato dalla Regione Piemonte nei prossimi mesi.
Un Piano di Gestione del Cluster 1 (ZPS) non può essere approvato dalla Città in questa fase in quanto dovrà poi forzatamente adeguarsi al Piano di Gestione Naturalistica, e pertanto la Città può corredarsi oggi solo di un Regolamento d’Uso concernente le attività sportive e di educazione ambientale fuori del perimetro della ZPS.
Nel frattempo, dovrà comunque rispettare il Regolamento d’Uso di tutte le aree Protette Regionali, entrato in vigore lo scorso dicembre 2023, che non entra per ora in merito ai Piani di Gestione delle ZPS ancora in fase di gestazione.
Modelli di Gestione
Siamo contrari a modelli di gestione che affidino a Enti o “soggetti terzi” la gestione complessiva del Parco, come esemplificato nella formula di una Fondazione. Un conto è individuare realtà che gestiscano senza fini di lucro le attività sportive, e soggetti che in collaborazione con i Servizi Scolastici ed Educativi promuovano le attività di educazione ambientale, un altro conto è proporre un altro soggetto di incerta natura giuridica o di carattere privatistico, che si faccia carico della gestione dell’intero parco in tutte le sue articolazioni, compito che dovrebbe rimanere integralmente nelle mani e nelle competenze dell’Amministrazione Comunale, ovviamente sotto l’egida dell’Ente Parco Po Piemontese.
Informazione e coinvolgimento
Chiediamo infine che tutte la documentazione amministrativa e progettuale (Delibere, Determine, Verbali delle Conferenze di servizi, Parere degli altri Enti, ….) venga resa disponibile nella sua completezza in un portale specifico della Città di Torino facilmente accessibile e consultabile, come pure tutta la documentazione relativa al Progetto Definitivo e al Progetto Esecutivo di prossima approvazione, anche per sanare quel “gap” di informazione che si è verificato fino ad ora, in un’ottica di trasparenza amministrativa e di partecipazione civica, consentendo anche a cittadini e associazioni portatrici di pubblico interesse di seguire tutte le fasi di cantiere.
In parallelo crediamo indispensabile che, nel momento in cui partiranno i lavori, venga avviano un Piano di Monitoraggio, indispensabile in un’area così “sensibile” dal punto di vista naturalistico per le sue ricadute ambientali, accessibile anche tramite il Portale della Città.
Riteniamo anche necessario che su tutta questa materia si riferisca in specifiche convocazioni delle competenti Commissioni Consiliari, prima dell’approvazione del Progetto Esecutivo per dare continuità alla essenziale valutazione del Consiglio Comunale.
Consulta Ambiente Verde Città di Torino
Il Presidente
Piergiorgio Tenani
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